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Monthly Archives: May 2012

20 anni, tante domande, nessuna risposta.

Quando, insieme agli uomini della sua scorta,  fu ucciso il Giudice Giovanni Falcone io ero piccola, avevo poco più di dieci anni, ma quel giorno, e molti mesi a seguire, lo ricordo bene. Me lo ricordo soprattutto perché mi colpì la preoccupazione dei miei genitori, e quando sei piccola è una cosa che ti rimane impressa. Dopo Capaci venne Via d’Amelio, Cosa Nostra ammazzò Paolo Borsellino e la sua scorta. Dopo ancora ci furono le bombe a Firenze, Roma, Milano: le stragi di mafia.

Ci sono tanti punti poco chiari in tutta questa faccenda, la verità chissà quanto è lontana e quando la sapremo davvero, noi cittadini normali, lontani dai palazzi del potere e dai loro intrighi. Ho letto molti libri su Falcone e Borsellino, scritti da persone più o meno informate, intellettualmente oneste, titolate a fregiarsi di appellativi quali “amico fraterno”, e alla fine le domande e i dubbi, lungi dal venire fugati, si sono moltiplicati. Allora, nel ventesimo anniversario dell’attentatuni, della morte di Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Vito Schifani, Antonio Montinaro e Rocco Dicillo, oggi, ne condivido qualcuna con voi. Read the rest of this entry

Zio Walt

«Datemi una maschera, e vi dirò la verità.» [#cit]

Tutta colpa di Monti, sicuri?

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Un anno. E’ tanto, è poco? E’ un traguardo che non mi aspettavo di raggiungere con un blog ancora attivo, soprattutto, come ben si ricorda chi mi ha aiutato a far nascere questo pezzetto di carta virtuale, e  si è sorbito tutte le mie paranoie “Non durerà un mese”. E incredibilmente c’è ancora gente che ha voglia di continuare a confrontarsi con me, chiedere, capire, farmi i cazziatoni se non scrivo per troppo tempo, farsi prendere da dubbi tipo “Oh, ma non è che quel post cattivissimo l’hai scritto perché ti rompo troppo le palle con Gaber, no?”, commentare. Gente che trova interessante leggere quello che scrivo, e legge tutto, sempre, anche se non commenta mai. L’altra sera ero ad un aperitivo, e stavo raccontando un episodio legato ad una persona; sono stata interrotta da: “Lo sappiamo, l’hai scritto nel blog”. Ancora mi devo riprendere, che un conto è scrivere di getto pezzi di vita come se avessi un diario, un altro è accorgersi che poi diventa senza lucchetto, quel diario, anche se i lucchetti dei diari dei quindici anni si aprivano schioccando le dita, praticamente. Read the rest of this entry

Sulla punta dei piedi

Visto che molte amiche sono appena diventate (o stanno per diventare) mamme, e il mio istinto materno è ipertrofico da più di tre lustri, oggi parliamo di bambini. Io ho una predilezione particolare per i bambini. Mi piacciono, e io piaccio a loro, di solito. Alcuni dei LavoriPrecari che ho fatto con maggiore soddisfazione, negli anni, hanno avuto a che fare con queste persone molto basse: la babysitter, l’animatrice dei Centri Estivi, l’Educatrice Teatrale nelle scuole. Mi piacciono i bambini per molti motivi. Ad esempio, perché sono francamente esilaranti.

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Fashion victims: cose che nessuno vi dice (ma dovrebbe)

Per noi figlie degli anni ’80, i leggins continueranno a chiamarsi fuseaux. E l’unico posto dove puoi indossarli con nonchalance abbinati solo ad una t-shirt è la palestra. Altrimenti, sei in mutande. Fattene una ragione.

Io lo capisco che sei cresciuta con i servizi di moda di Vogue e Elle e tutti questi giornali patinati dove sembra che  alla modella di turno abbiano pestato i calli subito prima di scattare la foto di copertina. E quindi sei convinta di essere tanto più misteriosa e fatale quanto meno sorridi. Ma nel mondo reale, nel mondo vero, la gente sorride. Mica sempre e mica tutta, ma quelli che sorridono di solito sono più simpatici. (Aneddoto: tanti e tanti anni fa, uno dei miei primi giorni di lavoro in TWU’, redazione. Dovete sapere che i giornalisti non salutano mai. A volte si salutano fra di loro, al massimo. Ma non salutano mai le banali e scialbe impiegate, ad esempio. Pfui. A me hanno insegnato che quando si entra in una stanza si saluta sempre per primi. Quindi è quello che faccio: arrivo in un posto, e saluto. E sorrido, che tanto non mi costa niente. Qualche giorno dopo, vengo fermata da un collega che mi fa, stupitissimo: “Ma tu… saluti sempre tutti. E poi sorridi. Non siamo mica abituati, qui.”) Prova, ogni tanto.

I capelli unticci fanno schifo. I capelli unticci con la ricrescita di dieci centimetri, anche. Non è che sono di moda perché li hai visti all’ultima fiamma dell’ex di Kate Moss. La quale, poraccia, probabilmente era troppo fatta per ricordarsi quand’è stata l’ultima volta che la sua chioma ha incontrato lo shampoo. Read the rest of this entry